Scienza

Terapia genica: il virus-chirurgo ci salverà?

Terapia genica: il virus-chirurgo ci salverà?
Nel riquadro, Brian Madeux

Terapia genica: virus dotati di bisturi come nanochirurghi per correggere il DNA e curare le malattie rare. Sta succedendo davvero. Brian Madeux, 44 anni, è affetto dalla sindrome di Hunter. Una malattia metabolica caratterizzata dalla mancanza degli enzimi che consentono la scomposizione di alcuni carboidrati. Se ne provoca così un anomalo accumulo nelle cellule, con conseguenti molteplici danni a varie parti del corpo. E Brian è il primo essere umano ad essere sottoposto ad una terapia genica per cercare di curare in modo permanente la sua grave e rara malattia.

La malattia di Brian

Frequenti raffreddori, infezioni alle orecchie, malformazioni facciali, perdita di capelli, problemi cardiaci, polmonari, cerebrali e addominali sono solo alcune delle conseguenze della malattia. L’elenco purtroppo è più lungo. I malati sono quasi tutti in sedia a rotelle, dipendenti dalle cure dei loro cari fino alla prima complicazione troppo grande per essere superata. Destinati ad un lento ed inesorabile decadimento. Ci sono solo meno di diecimila persone al mondo con la sindrome di Hunter. E il numero è basso solo perché molti muoiono in giovane età. Madeux è arrivato a 44 anni, ma ha subito 26 interventi chirurgici e infusioni settimanali dal costo di centinaia di migliaia di dollari all’anno. Cure che però non potevano in nessun modo fermare il degrado cerebrale. Brian ha già rischiato la morte per polmonite.

Tecnica mai usata sull’uomo

Autori dell’audace tentativo alcuni scienziati americani presso il Benioff Children’s Hospital di Oakland, in California. Lunedì 6 novembre 2017 questi ricercatori hanno iniettato in vena miliardi di virus nel corpo del volontario. Virus modificati per non causare malattie, ma per traghettare istruzioni di riprogrammazione del DNA dentro alle cellule epatiche. Se l’operazione funzionerà o meno lo si intuirà solo dopo un mese. La certezza la si avrà dopo tre mesi. In caso di successo il giovane settore della terapia genica subirà un’accelerazione tremenda, ridonando la speranza che non solo un giorno molte delle malattie che ci tormentano non si manifesteranno più, ma anche una speranza per chi con queste malattie è nato.

Terapia genica: altri esperimenti 

Va detto per la precisione che questa non è la prima applicazione della terapia genica sull’uomo in assoluto. Alcuni scienziati hanno già riprogrammato geni umani in precedenza, ma facendolo in laboratorio per poi reiniettare le cellule ai pazienti. Inoltre alcune di queste terapie geniche non sono pensate per agire sul DNA. Altre non danno risultati duraturi. Altre ancora hanno controindicazioni come il rischio di sviluppare un cancro.

Taglia e cuci del DNA

L’innovazione della tecnica applicata su Brian Madeux risiede nella sua supposta precisione. Prende il nome complicato di “nucleasi delle dita di zinco”. In sostanza, i virus agiscono come dei nano-chirurghi inviati a miliardi nella corretta destinazione: il fegato. Lì la sequenza del DNA delle cellule epatiche viene tagliata, aperta, corretta e infine risaldata. “Un rammendo invisibile” lo definisce il Dottor Sandy Macrae, presidente della compagnia californiana Sangamo Therapeutics, azienda che sta testando la terapia su due diverse forme di sindrome metabolica e sull’emofilia. “Il gene diventa parte del tuo DNA e lì rimane per tutto il resto della tua vita”. La pubblicazione scientifica verrà ovviamente scritta e pubblicata solo dopo che si saprà che ne sarà di Brian Madeux.

Sperimentazione pericolosa? 

Un gioco con Madre Natura”. Lo definisce così il dottor Eric Topol dello Scripps Translational Science Institute di San Diego. L’esperto, non legato alla sperimentazione, sottolinea però che, nonostante le conseguenze non siano note appieno, gli studi devono andare avanti visto che si tratta di malattie incurabili. Ovviamente la sperimentazione è stata autorizzata dalla commissione del National Institute of Health (NIH) americano, visti i promettenti e precedenti risultati su test animali. Il dottor Howard Kaufman, membro della commissione NIH che ha autorizzato lo studio, esprime la piena convinzione in questo test: “Finora non ci sono state evidenze che questo sia pericoloso”. E aggiunge: “Non è tempo giusto per spaventarsi”. Il rischio è quello di ottenere variazioni irreversibili in altre zone della sequenza genetica. Rischio che è stato valutato quasi trascurabile viste le caratteristiche della tecnica.

Silenzio e attesa 

Per ora tutti gli occhi sono rivolti, silenziosi e pieni di speranza, a Brian Madeux, stretto nell’affetto della sua fidanzata. Un’infermiera conosciuta durante le cure diversi anni fa. Lui ormai comunque difficilmente potrà tornare ai suoi prestigiosi ristoranti, dove cucinava per l’aviazione americana o per celebrità. Forse non tornerà nemmeno a cavalcare come era abituato a fare. Ciò che ormai gli è stato tolto magari non gli verrà restituito dalla cura. La principale speranza è di fermare la progressione della malattia. Lo studio sarà condotto in tutto su 30 adulti al fine di testarne la sicurezza. Il fine però è quello di passare ad una seconda fase dove la sperimentazione sarà condotta su bambini. In tal modo si potrà agire prima che si manifestino le conseguenze più gravi delle loro malattie.

+ posts

Alberto Dalla Mora è professore associato del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano. Ha al suo attivo più di 80 pubblicazioni scientifiche di livello internazionale ed è coautore di oltre 100 presentazioni a conferenze. Ha diverse collaborazioni a progetti di ricerca finanziati dall'Unione europea nell’ambito della fotonica.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.