Economia

Turismo internazionale, Italia da record. Centinaio: nel mirino alberghi e online

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Piazza di Spagna a Roma e, nel riquadro, il ministro per le Politiche agricole e il Turismo, Gian Marco Centinaio

Turismo internazionale: l’Italia piace sempre di più e macina nuovi record. Non è uno spot pubblicitario, ma il risultato dell’indagine periodica condotta dalla Banca d’Italia su questo settore sempre più strategico per il nostro Paese. E sul quale si registrano anche le prime dichiarazioni del nuovo ministro dello Politiche agricole, con delega al Turismo, Gian Marco Centinaio.

Boom di entrate

Partiamo di dati. Nel 2017 c’è stato un marcato incremento dei viaggiatori stranieri. In complesso sono stati quasi 91 milioni (+6% sul 2016). Con un aumento a doppia cifra dei cosiddetti pernottanti (58,7 milioni, +11,8%) rispetto a un calo degli escursionisti (viaggiatori in giornata, 31,9 milioni, -3,2%).
Le entrate nelle casse italiane hanno raggiunto i 39,2 miliardi di euro, pari al 2,3% del Pil. L’incremento percentuale è stato di 7,7 punti, sempre sul 2016. Un tasso, sottolinea Bankitalia, “più che doppio rispetto a quello delle entrate mondiali da turismo internazionale, con una ricaduta positiva sulla quota di mercato dell’Italia”, oggi al 3,4%. Così, l’avanzo della nostra bilancia dei pagamenti turistica ha fatto segnare un saldo positivo di 14,6 miliardi (+5,7%) ed è salito allo 0,9% del Pil (da 0,8 nel 2016).

Stranieri: da dove vengono?

La vacanza naturalmente è il motivo principale per cui gli stranieri vengono in Italia (69,9% dei casi). E la Germania è in testa alla classifica del turismo internazionale sia per numero di arrivi sia in termini di spesa. I tedeschi nel 2017 sono stati 14,7 milioni (+10,1%) e hanno sborsato oltre 6,5 miliardi (+14,7%). Al secondo posto, i 3,8 milioni di turisti americani (+5,3%) che hanno speso quasi 4,5 miliardi (-1,7%). Terza piazza per i 12,4 milioni di francesi (+6,3%) che hanno lasciato in Italia 3,9 miliardi (+6,9%). Completano la top five i 5,3 milioni di cittadini britannici (+7,7%) e i 13,6 milioni di svizzeri (-1,5%) che hanno speso rispettivamente oltre 3 miliardi (+4,5%) e quasi 2,5 miliardi (+6,1%). Da segnalare anche il boom degli spagnoli, al 7° posto dopo gli austriaci: nel 2017 sono venuti in 3 milioni (+22,9%), sborsando oltre 1,3 miliardi (+14,4%).

E dove vanno?

“Più di 20 milioni di viaggiatori hanno visitato l’Italia nel 2017 per una vacanza culturale o in città d’arte, spendendo circa 15 miliardi e mezzo (quasi il 60% della spesa complessiva per vacanze dei turisti stranieri)”, afferma il report di Bankitalia. “La seconda tipologia per rilevanza è stata quella balneare (8,2 milioni di viaggiatori e 21% della spesa)”. Invece, “le entrate delle altre tipologie di vacanza (al lago, in montagna e altro) pesano significativamente meno e nel complesso sono diminuite rispetto al 2016”.

In questo quadro del turismo internazionale, “Le regioni del Centro si sono confermate la meta preferita dai visitatori stranieri, con una quota della spesa complessiva pari quasi al 30%, grazie soprattutto al turismo per vacanza culturale. Il peso del Nord-Ovest e del Nord-Est si è invece ridimensionato rispetto al 2016″. Il tutto, sottolineano a Palazzo Koch, “a vantaggio del Sud e delle isole, che tuttavia continuano a contribuire alle entrate turistiche complessive in misura limitata rispetto alle notevoli potenzialità di natura artistica, culturale e naturale”.

Turismo internazionale: Roma stravince

Anche lo scorso anno Roma si è confermata come la provincia italiana con le maggiori entrate valutarie turistiche provenienti dall’estero, che hanno raggiunto 6,74 miliardi (+20,3% sul 2016). In crescita anche Venezia e Napoli, che hanno fatto segnare rispettivamente un +19,4% e un +17,8%. Male invece le entrate di Milano e Firenze che sono diminuite (-2,4 e -6,3%).

Hotel e dintorni

Secondo Bankitalia “L’albergo e il villaggio turistico, pur restando le strutture ricettive preferite per pernottare, hanno visto scendere il proprio peso sulle entrate complessive. È invece significativamente aumentata (del 19,4%) la spesa dei pernottanti in alloggi di proprietà o in affitto, il cui peso ha toccato il 19,2%”. Il massimo da quando palazzo Koch monitora il settore turistico, “anche per effetto dell’ampliamento dell’offerta di strutture ricettive private resa possibile dallo sviluppo di applicazioni informatiche di prenotazioni”.

La ricetta di Centinaio

E proprio su questi ultimi temi – alberghi e prenotazioni online – si è soffermata anche l’attenzione di Centinaio. Il ministro, che vanta un passato da manager di un tour operator, in un’intervista al Corriere della sera ha spiegato che vuole “organizzare una riclassificazione degli alberghi, rivedendo le stelle delle nostre strutture”. Come mai? “Le stelle vengono date quando prendi la struttura. Ma se per caso hai 4 stelle prese trent’anni fa e nel frattempo non hai fatto nulla, lo standard si è dimezzato. Però tu hai ancora 4 stelle. Non è giusto”.

Poi Centinaio ha anche toccato il tema delle agenzie per le prenotazioni via internet, tra cui spicca Booking online. “Oggi accettano tutto e tutti. Non controllano se ad esempio i bed and breakfast che pubblicizzano sono invece privati improvvisati che vendono ai turisti le stanze della loro casa”. Così il ministro ha annunciato che intende fare accordi con le Olta (Online travel agency, ndr), “per far sì che accettino soltanto pacchetti certificati”.

 

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