Germania: c’è l’accordo per il governo “semaforo” tra socialdemocratici, verdi e liberali. La trattativa fra i tre partiti era iniziata il 26 settembre e si è conclusa il 24 novembre. Dunque, dopo 16 anni finisce il regno tedesco di Angela Merkel e sostanzialmente pure della cabina di pilotaggio dell’Unione europea.
Scholz, Lindner e Baerbock
Se la Cancelleria da dicembre andrà ovviamente al leader socialdemocratico Olaf Scholz, con tutta probabilità il ministero delle Finanze sarà occupato dal liberale Christian Lindner, che ha fama di essere un fautore della linea del rigore. Il quadro europeo, però, si è talmente evoluto in questi due anni che è altamente improbabile (oltre che non auspicabile) che la Germania riproponga politiche economiche di austerity.
Alla leader dei Verdi, Annalena Baerbock, andrà invece quasi sicuramente il ministero degli Esteri. Sempre ai Verdi sarà assegnato il ministero dell’Agricoltura e il super-ministero del Clima, a cui saranno destinate risorse superiori per poter affrontare con grandi investimenti la fondamentale questione della transizione ecologica. Probabilmente peraltro questo ministero verrà unito a quello dell’Economia.
Ambiente ed energia
E proprio i temi della transizione ecologica ed energetica sono stati messi in primo piano nella conferenza stampa che ha presentato l’accordo di Governo. Dell’intesa su questo tema Scholz ha fatto sapere che la Germania punterà al graduale stop sull’uso del carbone entro il 2030; è previsto poi che circa il 2% del territorio tedesco dovrà essere utilizzato per lo sviluppo del settore eolico. In più, la Germania dedicherà particolare attenzione allo sviluppo energetico, puntando sull’idrogeno come vettore. Il tutto con l’obiettivo di produrre entro il 2030 l’80% dell’energia tedesca da fonti rinnovabili; così come si punterà a fare in modo che per quella data siano in circolazione 15 milioni di automobili elettriche.
Europa ed emergenza Covid
La coalizione semaforo vuole “un’Europa più sovrana”, ha detto il cancelliere in pectore Scholz, presentando il contratto di coalizione del futuro Governo tedesco. “Promuovere, spingere e portare avanti la sovranità europea” sarà il nostro compito, ha aggiunto. Ma l’emergenza Covid sarà per forza di cose il primo punto dell’agenda del nuovo esecutivo, che annuncia di voler istituire una squadra di crisi permanente e un gruppo di esperti della cancelleria per affrontare la pandemia.
Dal salario minimo alla cannabis
Vi sono poi altri importanti punti innovativi che il nuovo Governo tedesco ha sancito nel suo programma. Anzitutto i tre partiti hanno concordato l’introduzione del salario minimo di 12 euro l’ora (attualmente la soglia è di 9,60 euro). Riguardo al tema della sussidiarietà, a fronte dell’aumento dei prezzi dell’energia, sarà stanziato per le famiglie a basso reddito un sussidio per il riscaldamento una tantum, nel corso di questo inverno. Il governo semaforo, su precisa proposta dell’ Spd, vuole anche concedere il voto a chi ha compiuto 16 anni. E verrà meno il limite per i migranti ammessi nel quadro della riunificazione delle famiglie dei profughi. Infine, tra i punti programmatici del contratto di governo, spicca la legalizzazione della cannabis.
I conti con Francia e Italia
All’indomani del Trattato del Quirinale firmato tra Roma e Parigi, si prospetta un nuovo assetto europeo dopo la lunga “era Merkel”. Avviato con l’arrivo alla guida del governo italiano di Mario Draghi, il trattato è il frutto di una migliore intesa tra Parigi e Roma, favorita dalla presenza dell’ex capo della Banca centrale europea. D’altronde l’ambizione mostrata da Draghi fin dal suo insediamento è quella di affermare l’Italia come terzo partner della coppia franco-tedesca.
Il nuovo governo tedesco dovrà quindi prendere atto che il vecchio bilateralismo franco-tedesco non potrà più essere il protagonista egemone delle politiche europee; è infatti altamente probabile e auspicabile che il nuovo trilateralismo Roma-Berlino-Parigi sia la porta d’ingresso di un multilateralismo europeo; di una nuova epoca del nostro continente fondata sulla solidarietà e sulla collaborazione.
Ferdinando Bergamaschi è un imprenditore piacentino del settore agricolo. Ha un percorso di studi classici, ama la scrittura e gli studi storici. Ha scritto e pubblicato due libri di carattere storico. Ha tenuto alcune conferenze: la presentazione del libro “Cattolici fra europeismo e populismo”, di cui è autore della postfazione, presso la Camera dei Deputati nel 2019; due conferenze tenute a Verona sul tema “sovranismo-globalismo”; una conferenza su Aleksandr Solzenicyn presso la sede dei Liberali di Piacenza.