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Gas, prezzi e North Stream 2: le armi di Putin per tenere in pugno l’Europa

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Gas naturale: come si spiega la corsa dei prezzi arrivati alle stelle in queste ultime settimane? Per capire che cosa sta succedendo bisogna alzare lo sguardo sullo scenario globale, partendo ad esempio dalle mosse dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie).

Per rallentare gli aumenti, l’Agenzia ha chiamato in causa direttamente Mosca e quindi la Gazprom, colosso russo del settore controllato dal Cremlino. L’Aie così ha invitato Mosca a “fare di più per aumentare la disponibilità di gas in Europa e garantire un adeguato stoccaggio in vista della stagione invernale”. Aggiungendo come sia “impreciso e fuorviante attribuire la responsabilità dell’aumento del prezzo del gas alla transizione verso l’energia pulita”.

Il tutto in un quadro più favorevole, vista la recente soluzione delle tensioni sul gasdotto North Stream 2 di proprietà della Gazprom, per anni oggetto di forti scontri geopolitici, con tanto di minacce e sanzioni, che hanno coinvolto principalmente Russia, Germania e Stati Uniti. Questa pipeline consente infatti a tutta l’Europa di fare a meno del transito di gas dall’Ucraina, Paese che ha rapporti sempre molto tesi con la Russia e strettamente legato a Washington. Tuttavia, dopo che la Germania ha trovato un accordo sul North Stream 2 col Cremlino, nelle ultime settimane anche Biden si è convinto ad accontentare Berlino – e quindi, in questo caso, gli interessi europei – dando sostanzialmente l’ok per il completamento del gasdotto, che dovrebbe entrare in funzione a fine anno. 

La fame del Dragone

Questo clima di “distensione internazionale” sulla vicenda del North Stream 2 non è bastato però a riportare i prezzi del gas nel novero di una normale crescita stagionale. Di certo sugli aumenti stratosferici (oltre il 600% in un anno dei future) ha pesato anche una crescita della domanda globale, che a sua volta dipende in larga parte dalla ripresa economica seguita alla pandemia. E soprattutto da una grande richiesta di gas naturale da parte della Cina.

La strategia a breve termine della Russia sembra comunque quella di limitare le esportazioni di gas verso l’Europa, anche per l’elevata domanda interna russa. Possono essere lette in questa prospettiva le parole dell’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, che nelle scorse settimane aveva dichiarato: “La società sta rispettando i propri accordi di fornitura ed è pronta ad aumentare la produzione se necessario, ma ha avvertito che i prezzi potrebbero salire ulteriormente in inverno”.

Parola di Putin

Uno scenario che vede quindi l’Europa “ostaggio” della Russia, come sottolineato da diversi osservatori? Pare credibile, se è bastato l’intervento di Vladimir Putin a rassicurare gli operatori internazionali e soprattutto l’Europa non più tardi di ieri l’altro. Il presidente russo infatti ha respinto tutte le accuse, dichiarando di voler aumentare le forniture di gas verso il vecchio continente. E questa sola affermazione ha fatto sì che su tutti i mercati il prezzo del gas abbia registrato un netto calo (-7%).

Gas al futuro

Resta da capire che cosa potrebbe succedere quando entrerà in funzione il North Stream 2, visto che Mosca da tempo sostiene che grazie all’apertura della nuova pipeline i prezzi del gas si dovrebbero riequilibrare. Putin li farà calare per dimostrare che aveva ragione? Se succedesse, il segnale avrebbe comunque un valore emblematico: l’Europa sulle forniture resta nelle mani di Mosca. Quindi deve cercare alternative nell’approvvigionamento di gas naturale e puntare su fonti energetiche pulite per sostenere la transizione ecologica.

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Ferdinando Bergamaschi è un imprenditore piacentino del settore agricolo. Ha un percorso di studi classici, ama la scrittura e gli studi storici. Ha scritto e pubblicato due libri di carattere storico. Ha tenuto alcune conferenze: la presentazione del libro “Cattolici fra europeismo e populismo”, di cui è autore della postfazione, presso la Camera dei Deputati nel 2019; due conferenze tenute a Verona sul tema “sovranismo-globalismo”; una conferenza su Aleksandr Solzenicyn presso la sede dei Liberali di Piacenza.

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