Cultura

Islam, un po’ di Storia per chiarirci le idee

Islam: ne vogliamo parlare? E non per essere saccenti. O unirsi al coro di analisi e valutazioni che ogni giorno troviamo in rete, in tv e sui giornali, dove si scrive di tutto e di più. Con umiltà, vogliamo provare a far parlare la Storia, quella con la s maiuscola. Per capire come mai con questo movimento abbiamo a che fare (eccome!) ancor oggi e in termini così cruenti. Ma il presupposto c’è e non va negato. È mia opinione che le due civiltà sono state e resteranno incompatibili e non integrabili. Però con le dovute eccezioni. Basti pensare che nel pieno delle Crociate, sia San Francesco sia Federico II di Svevia avevano trovato un modus vivendi col Sultano d’Egitto. Come oggi noi continuiamo a dividere gli islamici in “buoni” e “cattivi”. Ma vediamo che cosa dice la Storia.

Subito in Europa

L’Islam è un movimento iniziato attorno al 630 dopo Cristo in un posto desertico e sperduto della penisola arabica ad opera di un agiato mercante. Dal nulla, in un secolo unifica il nord Africa e il vicino Oriente. Conquista la Spagna e arriva quasi contemporaneamente, con una manovra a tenaglia, a insidiare Costantinopoli e il sud della Francia. Gli arabi musulmani vengono fermati una prima volta dall’Imperatore bizantino Costantino IV Pogonato. Nel 674, nell’ assedio di Costantinopoli, respinge “l’offensiva più minacciosa da parte araba cui il mondo cristiano abbia mai dovuto far fronte”, scrive lo storico Georg Ostogorsky. “Costantinopoli era l’ultimo argine che si opponeva all’invasione. Il fatto che questo argine abbia retto significò la salvezza non solo dell’impero bizantino, ma di tutta la cultura europea“. Una seconda volta, pochi decenni più tardi e cioè nel 732, i musulmani vengono fermati a Poitiers. A farlo è Carlo Martello, nonno del più famoso Carlo Magno. Poitiers è a 340 chilometri da Parigi, e cioè in piena Francia.

E veniamo alle Crociate

Il vasto fenomeno delle Crociate è rimasto nell’immaginario collettivo sia dell’Occidente che dell’Oriente. E ancora oggi i fanatici dell’Isis ci chiamano Crociati. Dura dal 1095 (presa di Gerusalemme da parte dei Crociati, 1099) fino al 1291 (caduta di San Giovanni d’Acri, ultimo baluardo cristiano in Terra Santa). Ma le Crociate non sono state un movimento di conquista a largo raggio, teso a sconfiggere definitivamente l’Islam. I Crociati erano mossi da una moltitudine di motivazioni. Molte erano di natura economica e commerciale. In sostanza, volevano solo avere libero accesso ai luoghi sacri della Palestina. La cattiva organizzazione, la rivalità tra i Crociati e gli ordini cavallereschi, la comparsa di capaci comandanti islamici (per tutti il Saladino) hanno provocato la totale sconfitta dell’Occidente. E il conseguente abbandono della Palestina.

Vienna, Lepanto e poi ancora Vienna

Siamo da capo poco più di 200 anni dopo. Nel 1529 l’esercito ottomano guidato da Solimano il Magnifico è alle porte di Vienna. Ma viene respinto da austriaci e spagnoli. E intanto dalla fine del tredicesimo secolo il Mediterraneo è dominato dall’Islam. Uno strapotere finito una domenica, il 7 ottobre 1571. Quel giorno un’imponente flotta cristiana-occidentale, al comando di Don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V, sconfigge a Lepanto la flotta turca. E segna un punto (quasi) di non ritorno dell’espansione musulmana. Nel 1683, e siamo già molto avanti nell’età moderna, un nuovo esercito ottomano cinge Vienna d’assedio, forte di 160mila soldati. Solo gli eroici e valorosi Giovanni Sobieski ed Eugenio di Savoia riescono a sconfiggere il nemico, costretto a ritirarsi. Gli ottomani erano così vicini che in quell’occasione i pasticceri viennesi inventano i croissant, ispirati dalle mezze lune che campeggiavano sulle tende dei nemici. Se vogliamo, l’assedio di Vienna è stato l’ultimo attacco in forze dell’Islam verso l’Occidente, prima di quello alle Torri gemelle del tragico 11 settembre 2001.

Una domanda sempre senza risposta

Da quel 1683 è tutta Storia contemporanea. E come tale difficile da decifrare. La guerra del Golfo, le primavere arabe, i continui sbarchi sulle nostre coste. Gli attentati di Londra, Parigi, Berlino, Nizza. Charlie Hebdo e il Bataclan. Manchester e il Parlamento di Westminster. Senza contare i numerosissimi attentati ad Ankara, al Cairo, a Kabul. Che riteniamo di “seconda categoria“, perché in cuor nostro, da eterni superficiali e ingenui ottimisti, li liquidiamo alzando le spalle. E pensando: “vedi? Si ammazzano anche tra di loro”. La domanda che ci poniamo tutti è come, quando e se finirà. Purtroppo è una domanda a cui nessuno, men che meno Theresa May, sa dare una risposta. E anche voltandoci indietro, la Storia non dà soluzioni. È solo uno scontro che continua da sempre.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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